Un libro per aiutarci a cambiare il mondo

Recensione di Carlos Gutiérrez

De Sur a sur. La estrategia del caracol, è un libro di Luciano Vasapollo, professore di economia applicata dell’Università Sapienza di Roma,  delegato del rettore per le Relazioni  Internazionali con  l'America Latina e i  paesi Caraibici,  direttore del Centro studi CESTES dell’Unione Sindacale di Base USB e responsabile del Coordinamento Europeo della Rete in Difesa dell’Umanità.

Vasapollo è un intellettuale che ha realizzato un efficace lavoro di ricerca e pubblicazioni su diversi temi come analisi economiche, inchieste operaie, geopolitiche,  antropologiche e altro ancora: ma è molto più che un intellettuale, Vasapollo è un militante di sinistra, un comunista coerente e un amico dei popoli che lottano in tutto il mondo e specialmente in America Latina.

Prima di tutto mi sembra indispensabile dire che non si può separare questo libro dall’intera produzione intellettuale di Vasapollo. Tutti i suoi libri, studi e articoli vanno intesi come un lavoro teso a tracciare i percorsi che aiutino a guidare i processi di emancipazione e liberazione; questo è un lavoro militante e rivoluzionario. Si potrebbe riassumere lo spirito del lavoro dicendo che l’impegno di Vasapollo consiste nell’indicare strade da seguire su cosa fare e come farlo.

A prima vista, qualcuno poco informato, potrebbe pensare che questo libro è solamente un’opera antropologica o a volte sulle consuetudini dei popoli. Nulla di più lontano dalla realtà.  Attraverso un profondo studio delle tradizioni economiche  derivate dalla terra di quella che potremmo chiamare una autentica economia morale popolare, e il confronto delle tradizioni dell’America Latina con quelle dei Sud dell’Europa, si cerca di provocare una interessante riflessione  di grande significato politico e molto utile per intravedere quali sono le azioni che ci possono aiutare a rielaborare una proposta avanzata  all’altezza dei tempi che viviamo.

Nella mia opinione questo libro costituisce un appello rivolto a tutta la sinistra europea  e alla sua irrefrenabile tendenza all’eurocentrismo e al produttivismo. Non siamo in alcun modo di fronte a un lavoro che cade nella nostalgia  o che richiami a un passato non più attuabile. Credo però che nel libro si percepisce la necessità della sinistra di riflettere sui suoi errori e uno di questi è stato il suo entusiasmo davanti alla distruzione della cultura contadina comunitaria nelle aree industrializzate che dovrebbero portare a una classe operaia universale  che dovrebbe essere l’unico soggetto rivoluzionario senza necessità di alleanze.

Una volta rimosse queste tradizioni contadine e rimosse anche le tradizioni operaie, si  impone un attenta e precisa rielaborazione di queste tradizioni senza le quali non sarà possibile recuperare il filo rosso del processo di emancipazione. In questo ordine di cose questo libro è un materiale  (nel senso forte della nostra tradizione) e uno strumento necessario per pensare come affrontare questo lento processo di elaborazione di una nuova economia morale popolare, indispensabile per uscire dalla banalità.

Come ci ricorda Joan Tafalla, in uno straordinario prologo che raccomando fortemente e che potrebbe costituire , da solo, un piccolo libro, questa opera di Luciano Vasapollo ci riporta a molte delle lezioni di Gramsci e Mariatequi. Ci ricorda anche le riflessioni di Pasolini sull’importanza delle culture popolari e a parte tutto questo, ci parla di processi reali, della costruzione del socialismo, in società composte da persone in carne e ossa, con errori e successi, con passi avanti e indecisioni, ma nel modo in cui un essere umano, collettivamente è quello che costruisce il proprio destino.

Vasapollo e Tafalla ci raccomandano di fare quello che ci diceva il Che e che  a volte può sembrare un lavoro di titani e anche qualcosa di insolito: pensare con la propria testa. Solo in questo modo, liberandoci dei pregiudizi, lavorando con un grande rigore intellettuale e una onestà  a prova di bombe , saremo capaci di cominciare a tracciare le strade che ci aiutano a sapere cosa fare e come farlo.

 

Un libro para ayudarnos a cambiar el mundo.

 

 

De Sur a sur. La estrategia del caracol, es un libro de Luciano Vasapollo, profesor de economía aplicada de la Universidad  La Sapienza de Roma y delegado del rector de la citada universidad para las relaciones con los países del ALBA, así como director del centro de estudios CESTES de la central sindical USB y responsable de la coordinación europea de la Red en Defensa de la Humanidad. Vasapollo es un intelectual que ha realizado una prolífica labor de investigación y publicación sobre diversos temas como análisis económico, encuesta obrera, geopolítica, antropología y varios más. Pero mucho más que un intelectual, Vasapollo es un militante de la izquierda, un comunista consecuente y un amigo de los pueblos que luchan en todo el mundo y en especial en América Latina.

En primer lugar me parece indispensable decir que no se puede separar este libro del conjunto de la producción intelectual de Luciano Vasapollo. El conjunto de sus libros, estudios y artículos debe ser entendido como un trabajo encaminado a trazar líneas que ayuden a abordar procesos de emancipación y de liberación; Esto es, un trabajo militante y revolucionario. Podríamos resumir el espíritu de su trabajo diciendo que el empeño de Vasapollo consiste en despejar caminos y veredas que nos den pistas sobre el qué hacer y cómo hacerlo.

A primera vista, alguien poco informado podría pensar que este libro es solamente una obra sobre antropología, o, tal vez, sobre costumbrismo. Nada más alejado de la realidad. A través de un profundo estudio de las tradiciones económicas derivadas de la tierra, de lo que podríamos llamar una auténtica economía moral popular, y de la puesta en relación de las tradiciones de América Latina con las del sur de Europa, se intenta suscitar una interesante reflexión de un gran calado político y muy útil para vislumbrar cuales son los nodos  que nos pueden ayudar a reelaborar una propuesta emancipatoria  a la altura de los tiempos que vivimos.

En mi opinión este libro constituye toda una llamada de atención al conjunto de la izquierda europea y a su irrefrenable tendencia al eurocentrismo y al productivismo. De ningún modo estamos ante un trabajo que caiga en la nostalgia o que plantee una vuelta a un pasado no factible. Pero sí creo que del libro se trasluce la necesidad de que la izquierda reflexione  sobre sus errores, y uno de ellos fue su entusiasmo ante la destrucción de las culturas comunitarias campesinas en aras de una industrialización que supuestamente traería una clase obrera universal  que sería el único sujeto revolucionario sin necesidad de alianzas.

Una vez liquidadas esas tradiciones campesinas, y liquidadas también las tradiciones obreras, se impone una lenta y molecular reelaboración de esas tradiciones, sin las cuales no será posible recuperar el hilo rojo del proceso emancipatorio. En este orden de cosas, este libro es un material (en el sentido fuerte de nuestra tradición) y una herramienta necesaria para pensar cómo abordamos ese lento proceso de elaboración de una nueva economía moral popular, indispensable para salir de la insignificancia.

Tal como nos recuerda Joan Tafalla, en un extraordinario prólogo que recomiendo encarecidamente y que podría constituir, por si solo, un pequeño libro, esta obra de Luciano Vasapollo nos remite a muchas de las lecciones de Gramsci y de Mariategui. También nos evoca las reflexiones de Pasolini sobre la importancia de las culturas populares, y además de todo esto, nos habla de procesos reales, de la construcción del socialismo, en sociedades compuestas por personas de carne y hueso, con errores y con aciertos, con pasos atrás y con titubeos, pero en los que el ser humano, de modo colectivo, es el que construye su propio destino.

 

Vasapollo y Tafalla se atreven a hacer algo que nos recomendaba el Ché y que a veces parece un trabajo propio de titanes o incluso algo insólito: pensar con su propia cabeza. Solo de ese modo, liberándonos de prejuicios, trabajando con un inmenso rigor intelectual y una honestidad a prueba de bombas, seremos capaces de empezar a ir trazando líneas que nos ayuden a saber qué hacer y cómo hacerlo.

Carlos Gutiérrez (Espai Marx)

Publicado por Carlos Gutiérrez en martes, enero 13, 2015

14 gennaio 2015
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