Tendenze dei processi di concentrazione e centralizzazione del capitale
Osservatorio Statistico Economico
Sulle caratteristiche macroeconomiche e anche quelle microeconomiche rispetto al sistema impresa e ai suoi processi evolutivi avvenuti con la costruzione della Unione Europea e accentuatesi in questi ultimi anni di forte determinazione del polo imperialista europeo si possono leggere specifici paragrafi nel libro “Il risveglio dei maiali PIIGS ( di Vasapollo, Martufi, Arriola, seconda edizione 2012); ne risulta in questi ultimi anni una tendenza all’aumento delle fusioni ed acquisizioni quindi della concentrazione proprietaria.
Tradizionalmente, il commercio internazionale è stato utilizzato come un meccanismo per compensare la svalutazione del capitale nei paesi centrali. Dato che i tassi di profitto sono maggiori quanto minore è la relazione tra mezzi di produzione e lavoro vivo, la formazione per la competitività di un tasso medio in un mercato presuppone un trasferimento di valore tra capitali, in funzione della loro composizione relativa.
Il commercio internazionale non si basa su un interscambio di valori equivalenti, poiché, come nel mercato nazionale, i prezzi nel mercato mondiale si reggono sugli stessi principi che si applicano in virtù di un capitalismo concettualmente isolato. Quindi, anche qui c’è una tendenza che determina che i tassi di profitto tendano verso un tasso di profitto medio. Le merci di un paese capitalista avanzato, con la maggior intensità di mezzi di produzione per unità di lavoro vivo (e tasso di profitto inferiore), si venderanno a prezzi internazionali “di equilibrio” (prezzi di produzione) superiori al valore incorporato; a quelle di un paese arretrato, con intensità maggiori di lavoro e maggiori tassi di profitto, invece, vengono assegnati prezzi (internazionali) di produzione inferiori al loro valore.
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