Seminario alla Sapienza sui risultati della Cop21 di Parigi. "La domanda da porsi è: il sistema economico attuale dominante può offrire una soluzione alla preservazione della specie umana?"

In un interessante seminario organizzato oggi a La Sapienza di Roma dai proff. Vasapollo, Cristaldi e Szpunar sul cambiamento climatico e sistemi di produzioni si sono affrontati i risultati della Conferenza sul clima di Parigi. I lavori si sono svolti nel ricordo della figura di Domenico Vasapollo, morto prematuro l'anno scorso dopo aver speso l'intera vita a studiare il conflitto tra capitale e natura e per proporre un sistema alternativo possibile per una relazione armoniosa tra uomo e natura.
 

L'obiettivo comune in questa fase storica di collasso ambientale e di perdurante incapacità del sistema dominante di arrivare ad una soluzione praticabile deve essere quello della minimizzazione di eccedenze. Lo spreco di risorse materiali in produzioni non utili socialmente non ha motivo di esistere e deve essere eliminato. Ma la domanda è: può il sistema economico attuale dominante – quello per intenderci che come ultimo stadio vuole imporre il TTIP in Europa, dopo il TTP in Asia, e flirta di nuovo con il famigerato progetto Alca in America Latina dopo la vittoria delle destre (FMI) in Argentina e nelle elezioni parlamentari in Venezuela – offrire una soluzione alla preservazione della specie umana? La risposta è no, se è vero come è vero che l'accordo di Parigi COP21  - giudicato dal circo mediatico come “storico” o “epocale” - sia stato definito una “truffa” o “frode” da parte dello scienziato che per primo nel 1986 denunciò i rischi per il nostro clima, James Hansen

E quindi è necessario sviluppare nuovi paradigmi, quelli che Domenico Vasapollo definiva “socio-ecologico politici anticapitalisti” per una “pianificazione socialista, basata su una democrazia partecipativa, che abbia come fine la soluzione dei problemi sociali, il progresso e lo sviluppo collettivo, e quindi anche la salvaguardia della natura. Un processo di rinnovamento culturale che torni a dare importanza ai valori d'uso, al benessere collettivo, ai diritti dell'umanità, alla solidarietà, all'equità, alla condivisione e alla reciprocità”.

Il sistema attuale neo-liberista, anti-democratico e illiberale - ma che si crede talmente libero e democratico da poter esportare le eccedenze all'estero attraverso bombe distruttrici di stati sovrani - non può essere oggi la risposta per la costruzione di una società capace di superare il rapporto opportunistico con la natura, affinché l'uomo possa vivere in armonia con essa.

Un approccio diverso oggi esistente è presente solo in una realtà politica a livello planetario ed è quella dei paesi latino-americani che si sono uniti nella cosiddetta Alba bolivariana. Il fallimento, l'ennesimo, o la “truffa” di Parigi era stata anticipata da una conferenza dei popoli sui cambiamenti climatici a Cochabamba indetta dal presidente Evo Morales. I risultati del programma definitivo sono chiari e si chiede in particolare l'istituzione di un tribunale internazionale che porti le multinazionali di fronte alle loro responsabilità sui crimini ambientali. La conclusione è che è l'attuale sistema di accumulazione capitalistica senza fine che sta portando all'estinzione il genere umano non può essere la soluzione: “il capitalismo è il cancro di Madre Terra”, ha pronunciato in quell'occasione Morales. 

Dichiarazione forte, ma necessaria per far comprendere a popolazioni lobotizzate che la rivoluzione deve essere sistemica. Non possono essere le potenze occidentali dominanti con un sistema fallito e fallimentare a produrre il cambiamento necessario per salvare il clima e la specie umana. Loro possono partorire solo “truffe”. Ci deve essere una rivouzione di paradigma, quel cambiamento che oggi i paesi dell'Alba, con le costituzioni all'avanguardia di Bolivia, Ecuador e soprattutto Venezuela, hanno offerto al mondo. 
 

La soluzione non può venire con l'attuale sistema, non può venire dall'Onu, ma con la creazione di un'Alba di una nuova Europa più giusta, più equa e che sappia vivere in armonia con la nostra Madre Terra (Pachamama).

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