Decreto "salva ILVA": alcune considerazioni a caldo.

l decreto legge, propagandato come salva ambiente, salute e lavoro, in realtà è biecamente SALVA ILVA, ma non è il solito intervento di sostegno alle imprese, è qualcosa di molto più grave.

L'ANTEFATTO : a seguito della scandalosa vicenda dell'Ilva e della mobilitazione di lavoratori e cittadini, agosto 2011, il governo emana un primo decreto legge salva ambiente, stanziando 350 milioni di euro per la bonifica del sito produttivo. Nonostante la conversione in legge quanto previsto rimane lettera morta, infatti non si è provveduto neanche alla nomina del commissario preposto. E questo la dice lunga sulla reale volontà del governo. È evidente come l'obiettivo reale del governo fosse quello di consentire all'Ilva di continuare la produzione senza tener conto delle prescrizioni della magistratura.

Dopo ben quattro mesi in cui l'Ilva ha continuato la produzione producendo l'inquinamento ambientale di sempre, il Gip di Taranto procede all'ulteriore sequestro di mezzi di produzione e di prodotto finito che a questo punto risulta evidentemente realizzato in aperta violazione della prescrizione di legge.

Il ministro dell'ambiente, a questo punto, asserisce che il nuovo sequestro ha bloccato la bonifica, che dopo 4 mesi dal decreto legge, ancora non era iniziata e tutti aspettavano il commissario governativo.

Siamo di fronte alla ricerca strumentale di un alibi che dovrebbe giustificare quanto realizzato con il nuovo decreto legge.

IL DECRETO LEGGE SALVA ILVA : nei suoi contenuti appare apertamente mistificante e realizza un passaggio storico nell'ambito della politica industriale del governo.

I contenuti del decreto legge possono riassumersi in :

  • Conferimento all'AIA (autorizzazione integrata ambientale ) del valore di legge. Ma non lo aveva già se si considera che è lo strumento che regola l'impatto ambientale dell'attività produttiva?

  • Definizione di un crono programma, attraverso l'AIA che recepisce le prescrizioni del Gip, ma non ne individua il finanziamento che rimane cospicuo e va oltre i 3,5 miliardi di euro. Ma se l'AIA recepisce le prescrizioni del giudice, perché non vengono attuate da subito senza attendere i passaggi del percorso legislativo.

  • Individuazione del solito commissario che dovrebbe essere il garante dell'operazione, si tratta di un vero e proprio superman che racchiude conoscenza ambientali, sanitarie, industriali, manageriali ecc.

  • previsione di sanzioni in caso di inadempienza che fanno paura solo a leggerle, con penalizzazioni veramente di scarsa credibilità. Tra l'altro i tempi della bonifica sono diluiti in anni. È evidente che siamo di fronte a puro fumo negli occhi.

Questi sono i contenuti tecnici del decreto legge, ma quali sono gli obiettivi reali di questo

nuovo atto e quali preoccupanti interrogativi solleva?

  • L'ANNULLAMENTO DI UN ATTO GIUDIZIARIO ATTRAVERSO UN ATTO LEGISLATIVO CHE HA CARATTERE DI URGENZA COME IL DECRETO LEGGE E' GRAVISSIMO. Non solo e non tanto perché produce un conflitto istituzionale tra poteri indipendenti dello Stato, che poi tanto indipendenti non sono quasi mai, quanto per il fatto che la sospensione di un atto giudiziario, fatto certamente non consueto in uno stato di diritto, viene fatta per un'impresa che, oltretutto, è chiaramente fuori legge. Il governo compie la scelta dell'illegalità per sostenere un'impresa che delinque, è un fatto isolato, oppure è il primo atto di una strategia che mira a modificare il rapporto tra impresa e società in maniera definitiva a favore della prima. Siamo di fronte all'affermazione del principio per cui la libertà di impresa prevale sull'ordinamento giudiziario e sulle prescrizioni di legge. La ricerca del profitto prevale su ambiente, lavoratori, cittadini, uomini, donne e bambini.

  • LA LIBERTA' DI IMPRESA E' L'IDEOLOGIA DOMINANTE NELLA CULTURA LIBERISTA CHE PRIMA E' STATA DI BERLUSCONI E ORA DI MONTI. Il rapporto tra impresa e società è regolata dall'articolo 41 della Costituzione1. Uno dei punti più dibattuti da parte del governo Berlusconi è stata proprio la modifica dell'articolo 41 della costituzione in modo da liberare l'impresa da ogni vincolo sociale. Questo è l'aspetto ideologico e formale, nella realtà i favori fatti all'Ilva dal governo Berlusconi praticavano già la libertà dell'impresa nel subordinare ogni vincolo sociale alla ricerca del profitto. Il governo Monti sta realizzando questo processo senza farsi ingabbiare nel percorso della riforma dell'articolo 41, ma lo sta facendo attraverso atti concreti come il decreto salva Ilva, la riforma del mercato del lavoro, l'accordo sulla produttività, la riforma del sistema pensionistico e così via.

  • MA QUAL'E' LA POLITICA INDUSTRIALE DEL GOVERNO ALLA LUCE DELLE SCELTE POLITICHE REALI? É evidente come il governo stia ridisegnando il sistema sociale in funzione della centralità degli interessi delle imprese distruggendo stato sociale, diritti individuali e collettivi. Ma non è un fulmine a ciel sereno, la scelta politica delle privatizzazioni ha portato a regalare alla famiglia Riva quella che era l'Italsider, garantendo, oltre all'affare, una libertà di manovra senza alcun controllo. Il profitto viene direttamente dallo sfruttamento dell'ambiente trasformato in pattumiera della produzione di acciaio e una condizione di lavoro al limite dell'attentato. Tutto questo ha consentito all'Ilva di presentarsi sul mercato con un prezzo dell'acciaio più basso della concorrenza. Quindi un modello di sviluppo che consente di devastare il territorio, asservire un'intera città con il ricatto del lavoro, imporre condizioni di lavoro pericolose e senza protezioni reali. Non è il modello di sviluppo di tipo cinese? ed è un caso che Monti offra investimenti ai cinesi e che questi ultimi mostrino interesse per l'Ilva di Taranto?

  • ALCUNI ELEMENTI DI ULTERIORE RIFLESSIONE: è possibile affidare ad un decreto legge, che ha validità temporale (60 giorni con decadenza in mancanza di conversione in legge), e che potrebbe subire modifiche in Parlamento, per una bonifica della fabbrica che è un processo complesso, lungo e costoso? Qualora non convertito in tempo e quindi decadendo annullerebbe l'effetto dell'atto giudiziario che è stato soppresso e restituirebbe all'Ilva la sua libertà di azione. La questione Ilva non sta producendo alcuna riflessione sull'assetto produttivo del paese in relazione con ambiente e popolazione. Se vengono censiti altri 51 siti inquinati nel paese, forse siamo di fronte ad una emergenza nazionale che viene ignorata. Ha senso concentrare in un unico sito le lavorazioni pericolose ed inquinanti, oppure bisogna diversificare? Ma se la politica recessiva del governo del rigore sta producendo un processo di deindustrializzazione, l'Ilva diventa il nuovo modello in grado di attrarre investitori stranieri ai quali si garantiscono condizioni di produzione da quarto mondo e questo sarà il nuovo assetto produttivo del paese per "uscire dalla crisi "?

LA NOSTRA PROPOSTA DI NAZIONALIZZAZIONE

E' FUORI LUOGO, FUORI TEMPO O NON PRATICABILE?

Nella presentazione del decreto legge, illustrando le sanzioni in caso di inadempienze, oltre alla confisca di una parte del fatturato, si è annunciata la possibilità della requisizione dell'azienda da parte del governo. Le inadempienze ci sono già state e sono state reiterate nei confronti del primo sequestro del gip, del primo decreto legge, del nuovo sequestro del gip. Allora le condizioni ci sono tutte, gli strumenti anche perché sono definiti chiaramente nell'articolo 43 della Costituzione.2

Ora che l'Ilva rivesta carattere strategico lo hanno dichiarato tutti, in più c'è l'aggravante del disastro ambientale e dell'impossibilità che la proprietà dell'impresa risolva il problema dell'inquinamento. È allora possibile procedere all'esproprio nell'interesse generale di migliaia di cittadini e lavoratori senza dilungarsi in procedimenti improbabili.

MA PERCHÉ IL GOVERNO SI NEGA GLI STRUMENTI DI INTERVENTO CHE HA ?

Colpisce l'atteggiamento omissivo dei componenti del governo manifestatosi nella diffusione mistificata dei dati epidemiologici sulla salute dei cittadini di Taranto, e nell'atteggiamento assente per poi inserirsi in maniera devastante.

CIÒ CHE E' LECITO PENSARE E CHE SICURAMENTE NON CONTRASTA CON LE ANALISI CHE ABBIAMO CONDOTTO FIN QUI E' CHE IL GOVERNO ABBIA SCELTO DI MANTENERE, A QUALUNQUE COSTO, LA PRODUZIONE DELL'ILVA PER CONSENTIRE AI PROPRIETARI LA VENDITA DELL'IMPIANTO AI FAMOSI INVESTITORI STRANIERI.

1 Art. 41. L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

2 Art. 43. A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.

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