PIGS LA VENDETTA DEI MAIALI

di Luciano Vasapollo con Joaquin Arriola e Rita Martufi, Edizioni Efesto, Roma, Nuova Edizione 2019.

Disintegrazione, concorrenzialità e immobilismo. Sembrano questi, nel mondo del 2020, dell’emergenza coronavirus, ambientale, sociale, e nella nuova fase della competizione globale, i tratti essenziali dell’Unione Europea: rispetto all’ambizioni dichiarate con l’entrata in vigore dell’Trattato di Maastricht, il livello di integrazione e “armonizzazione” delle economia nazionali dei Paesi UE non è mai stato così basso; la diseguaglianza è oggi lo specchio dell’Unione.  L’aver posto a fondamento del processo dell’integrazione lo sviluppo di un’ economia di mercato “fortemente competitiva” in sede di Trattati fondamentali è, del resto, la premessa ed il presupposto politico e ideologico dello stato dell’Unione Europea di oggi. Il trionfo delle politiche liberiste, nella variante dell’austerity, delle politiche di bilancio, rigoriste e volte all’imposizione di un modello mercantilista, votato alle esportazioni grazia all’abbattimento del costo del lavoro e alle politiche di svalutazione salariali interne, hanno generato un’Unione profondamente disunita composta da Stati egemoni dell’area del Centro Nord;Paesi della cosiddetta “Nuova Europa”, vale a dire i Paesi dell’Est del continente che sono stati progressivamente inglobati nell’Unione, accentuando le asimmetrie economiche, sociali e produttive del mercato comune; ed infine i cosiddetti Paesi “PIGS”, i Paesi dell’area mediterranea del continente. Questi ultimi, a partire dal 2010, sono stati i destinatari dello “sperimentalismo” della Troika (Commissione Europea, BCE, Fondo Monetario Internazionale) per, da un lato, tutelare i crediti di banche francesi e tedesche nei rapporti con gli Stati verso cui queste detenevano titoli di debito pubblico e, dall’altro, governare la cosiddetta “crisi dei debiti pubblici”, rafforzando il centro di governo dei Paesi egemoni, anche attraverso l’imposizione delle politiche più feroci di austerità. In questo senso, la costituzionalizzazione del principio del pareggio di bilancio, estraneo alla storia del costituzionalismo europeo del secondo Novecento, è l’esempio del sovvertimento degli interessi fondamentali da tutelare.

L’irrigidimento della forma attuale dell’Unione, dei suoi parametri e del suo sistema di governo servono ad attrezzare, oggi, l’UE stessa alla nuova fase della competizione globale. Con la definitiva scelta del Regno Unito di operare la fuoriuscita dall’Unione, si sono fortemente rafforzate le spinte all’unificazione militare dell’europolo imperialistico, anche per mezzo di un processo di concentrazione e centralizzazione del complesso produttivo militare senza precedenti. L’unione, anche militare, della UE rappresenta un prerequisito indispensabile per la partecipazione alla nuova fase della contesa mondiale tra potenze imperialiste. Le nuove riforme finanziarie, come unione bancaria, MES, ecc., servono a rafforzare il potere di governo delle classi dirigenti degli Stati egemoni in una fase della competizione globale che si caratterizza per una grande instabilità finanziaria, con caratteri permanenti, nell’ambito, prima, della guerra dei dazi e commerciale e, oggi, della crisi borsistica, petrolifera e del ritorno della speculazione finanziaria. La realtà ha, rapidamente, dato ragione alle analisi sulla irriformabilità formale e sostanziale dell’Unione Europea, sui suoi caratteri fondamentali. Oggi la prospettiva della rottura con l’UE rappresenta un punto all’ordine del giorno del dibattito internazionale e in Italia. A partire da questa necessità gli autori da tempo sostengono la necessità di una nuova configurazione delle relazioni tra i Paesi europei: a partire dai Paesi PIGS, gli autori sostengono la necessità di una nuova forma di cooperazione regionale, di un’ALBA euro-afro-mediterranea - che si ispira alle importanti esperienze oggi in corso in America Latina - unita da un SUCRE mediterraneo, una criptovaluta inizialmente con carattere di moneta di conto compensativa . Questa nuova articolazione, che richiede la rottura dei parametri e dei vincoli europei di oggi, nasce sul presupposto del ritorno al centro degli interessi generali, del ruolo dello Stato nell’economia, di una pianificazione socio-economica della complementarietà, di politiche sociali che, di fronte alle nuove necessità del presente, si pongano l’obiettivo di garantire prioritariamente l’interesse dei lavoratori.

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